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Autore Giorni e nuvole
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 27-10-2007 19:02  
Trama: Elsa e Michele sembrano una coppia perfetta, felici e ricchi, si permettono doni e viaggi senza problemi. Un giorno una momentanea mancanza di sicurezza di Michele fa venire alla luce la verità, cioè che lui da due mesi non lavora più e ora sono sull’orlo della bancarotta. Impreparati a una simile situazione la caduta verso il basso sembra inevitabile e oltretutto pare che per un ex-dirigente caduto in disgrazia adattarsi a fare lavori più umili sia una cosa tutt’altro che facile …

Commento: Soldini torna alla regia con un film che parla di un tema tanto caro (a lui poi particolarmente, dato che è stato trattato anche in altri suoi film precedenti) ai giorni nostri, (in cui il precariato sembra essere ormai l’unica possibilità di lavoro esistente per chi vuole entrare a far parte di qualunque azienda, almneo in mnaiera temporanea), la disoccupazione, vista da parte di chi il lavoro lo aveva, di alto livello e ben remunerato, e poi dopo lo ha perso per voler credere in propri ideali e cocciutaggine. Michele (un Antonio Albanese di buon livello anche se non del tutto convincente per via delle sue mossette che in una parte drammatica molte volte stonano) è un personaggio ancorato a convinzioni e blocchi psicologici che gli impediscono di ricominciare (emblematica la scena delle bottiglie di plastica, dove la costrizione fisica di comprimere è un simbolo di quanto il sistema possa bloccare le aspirazioni di ognuno che deve rimpicciolire e occupare meno spazio per esistere al meglio), mentre Elsa (una Margherita Buy una spanna sopra il compagno in intensità e che una volta tanto non fa la moglie tradita) è più dinamica, meglio disposta ad affrontare la situazione difficile adattandosi man mano. La coppia come logico, per quanto si possa voler bene, in un regime di difficoltà economiche si incupisce, perde ogni certezza che aveva e oltretutto ha delle difficoltà a rapportarsi con amici e parenti per comunicare la caduta in disgrazia, e Soldini in questo è preciso e perfetto, lavora a gradini di racconto per far decidere man mano che cosa lasciare indietro nella vita (la lussuosa casa, la barca e poi via via le altre cose) facendo trasparire sempre di più il concetto che il lavoro è parte integrante della nostra vita e che serve soprattutto per nobilitare se stessi dando un senso preciso al denaro che invece è solo un prodotto e non una coscienza, un rapportarsi/valutarsi con gli altri nella convivenza forzata della necessità del dovere quotidiano.
La storia deve fare i conti anche con la figlia, grande ed emancipata, che invece si giostra tra fidanzato non accettato e correlazioni familiari, che si dimostra ben più matura e lungimirante del genitore che si mette a nudo in una doccia per pulirsi ma non di fronte a chi dovrebbe, soprattutto alla situazione nuova creatasi e a se stesso. Soldini gioca sull’assonanza arte necessità di vita con l’esplorazione dell’affresco e i suoi progressivi stati di visione, dove le persone devono perdere la propria scorza difensiva esterna per mostrarsi in maniera diversa e meno ruvida, comunque vera, come fa il fidanzato della figlia (Ricky, odiato dal padre ma buono e comprensivo, interpretato da Fabio Troiano) assonanza che raggiunge il culmine nel finale dove cielo e stelle fanno presagire che è ora di guardare avanti ma sinceramente. Trama in fondo abbastanza monocorde, senza particolari accenni al volersene uscire dai binari di racconto, con un sottobosco di personaggi gradevole anche se un po’ troppo manieristici (bontà e semplicità per concludere sempre sul valore del denaro che non cambia lo spirito, ci sia o non ci sia, delle anime che hanno conosciuto uno stop di vita comunque normale e mai troppo agiato).
Una regia attenta non si perde in cose inutili, non immette fastidiose macchiette lasciando la scena ai due protagonisti per quasi tutto l’intero film , con le loro contrapposte reazioni al fallimento economico.
Sono questi film con cose già viste certamente, ma mai del tutto consolanti oppure scontati, che possono valere benissimo per una serata all’insegna dell’intrattenimento intelligente con temi che ci toccano da vicino.
Certo, dall’autore di Pane e Tulipani ci si poteva aspettare qualcosa di un po’ più corposo, ma non lamentiamoci di un cinema italiano che comunque vuole raccontare qualcosa senza spocchia anche e soprattutto per ribadire dei problemi e delle condizioni umane e sociali. Soprattutto quando altro cinema italico nella stessa settimana d’uscita si dedica ad attirare folle con prodotti inutili e del tutto privi di qualunque merito, notando che i capitali pubblici Svizzeri che hanno aiutato a crearlo sono sicuramente meglio spesi di quelli italiani.
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joey080

Reg.: 24 Mar 2004
Messaggi: 3595
Da: turi (BA)
Inviato: 31-10-2007 09:19  
ho voluto vederlo per gli attori perchè albanese mi è sempre piaciuto e mi fa ridere tantissimo e la buy è una delle migliori attrici italiane, però pur trattando una tematica attuale non mi è piaciuto per niente...mi spiace dirlo, ma mi ha annoiata tantissimo
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Marco82

Reg.: 02 Nov 2003
Messaggi: 924
Da: Lodi (LO)
Inviato: 08-11-2007 22:43  
appena tornato dal cinema, sono stato piacevolmente colpito
innanzitutto perchè recitato bene; la buy e albanese sono perfettamente nelle loro parti e riescono a trasmettere le sensazioni dei loro personaggi senza strafare nel modo di recitare.
registicamente poi è ottimo, oltre alle continue metafore sul "muoversi continuamente" che anche la rece di filmup riporta mi è piaciuto tantissimo anche il finale in plongè, dove i due protagonisti sono finalmente soli senza niente attorno a loro pronti per chiarire il loro futuro.
perfetto anche l'uso della colonna sonora, mai invasiva e quasi inesistente, un po' come nei film di quei vecchi registi americani dove il film ha talmente tanto da comunicare attraverso le immagini e i dialoghi che quasi la musica non serve.
veramente un bel film
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"1..2..3..4..5..e 6...sei...numero perfetto..."
"ma non era 3, il numero perfetto?"
"sì, ma io ho sei colpi quì dentro..."

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 08-05-2008 17:04  
L'ho appena visto e ne ho avuto anch'io un'ottima impressione.

Come La giusta distanza di Mazzacurati anche questo film di Soldini racconta l'Italia di oggi,nella fattispecie come il precariato non riguardi soltanto i giovani, senza luoghi comuni e retorica, con delicatezza, sensibilità e un pizzico di poesia.
Il regista dirige con mano sicura, la sceneggiatura è ottima e i due protagonisti sono perfetti.

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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 2533
Da: Genova (GE)
Inviato: 09-05-2008 10:46  
E se vai
all'Hotel Suopramonte
e guardi il cielo.....

Tu vedrai
una donna in fiamme
e un uomo solo.



Sembra proprio partire da qui l'ottimo film di Soldini, che nasce da un Cinema la cui unica sorgente non è un dato di fatto od una nuova situazione sociale su cui riflettere, ma le conseguenze psicologiche, gli aspetti più intimamente introspettivi ed i sentimenti che si acuiscono passando attraverso queste stesse vicende.

Le metamorfosi ed i cambiamenti indesiderati della vita giungono inaspettati e prendono le forme di una Genova che sembra modellarsi sull'anima dei protagonisti di questo film. Michele (A. Albanese) precipita dal'eleganza raffinata del velluto, delle ardesie e dei marmi di quella città che si era riabilitata a salotto internazionale - passando per vedute e scorci dalla discrete e soffici fattezze e per l'importante abitazione che domina la metropoli, quasi una residenza che sovrasta l' urbe - per raggiungere le zone basse della vita, di quella Genova così turistica nelle aspettative e nei tentativi, così ancora legata al suo passato popolare, industriale, timido ed intoverso, in cui il sole che la illuminava la baciava faceva a pugni con la sporcizia delle strade, il taffico nelle vie e la decadenza dei suoi palazzi, come a voler intimidire ogni umana speranza riposta in essa.

Il coraggio e la forza di Elsa riusciranno a passare sopra a quella frana di rinunce e sacrifici che si abbatte sui due coniugi protagonisti di quest'opera, e solo la "tenace dolcezza femminile" di Margherita Buy poteva rendere al meglio questo conflitto di sentimenti interiori, represso dalle apparenze che qualche vincolo sociale impone al prossimo.

Ed in ossequio alle più tradizionali "formule di matrimonio", pur non scadendo in zuccherose quanto ipocrite rappresentazioni di sentimntalismo falso e gratuito, Soldini pone i suoi personagi sull'orlo di uan crisi di coppia - scavando più a fondo, attraverso i suoi primi piani alternati ai suggestivi campi lunghi sul cielo nuvoloso ed il mare imbulesumou di Genova, nell'anima dei singoli personaggi, guardando alla "vita per l'altro" ma anche a quei piccoli segreti "mai confessati", a quei "piccoli difetti noti, ma mai svelati" e permettenbdo loro di evolversi e di scavalcare ogni difficoltà, fino a riconciliarsi in un lacrimevole, ma non inopportuno, finale sentimentale.

Il mare ed i monti di Genova, empaticamente legati alle vicende dei loro protagonisti, aiutati dall'ottima fotografia di Ramiro Ciavita, hanno saputo cogliere proprio con lo spirito dell' "istantanea" quei momenti in cui la città si è trasformata e si è mostrata in tutte le sue qualità, pregi e difetti, essenze esotiche e sapori mediterranei, e si sono esaltati ancor di più attraverso le "melodie lontane" di Giovanni Venosta che si sono insinuate magnificamente fra di essi.

Questo è un film di odio e amore, di chiari e scuri, di giorni e notti, di grigi e di azzurri.

Soldini, forse scadedo leggermente nell'opportunistica apologia alle bellezze della sua città (la scena dell'Acqaurio suona un po' come una forzatura "turisticamente impegnata",in effetti), ma facendosi immediatamente perdonare per il suo stile asciutto e realistico, ma al contempo poetico ed intospettivo, ha saputo rendere perfettamente in immagine quei momenti di difficoltà e di affanno che già Fabrizio De Andrè dipinse magnificamente con le parole:


Perché domani
sarà un giorno lungo
e senza parole.

Perché domani
sarà un giorno incerto
di nuvole e sole.


_________________
L'amico Fritz diceva che un film che ha bisogno di essere commentato, non è un buon film . Forse, nella sua somma chiaroveggenza, gli erano apparsi in sogno i miei post.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Richmondo il 09-05-2008 alle 10:52 ]

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